Diesel-elettrico con Mtu e Siemens, prova superata dall’Explorer alla foce dell’Elba
La sperimentazione è iniziata nel 2013. Per gli spostamenti dei piloti tra il porto alla foce dell’Elba e le navi, nel marzo di quell’anno è entrato in funzione il prototipo Swash (Small Waterplane Area Single Hull) Explorer, motorizzato con un sistema diesel-elettrico firmato Mtu e Siemens. Soddisfazione piena, a quattro anni di distanza: l’armatore Abeking & […]
La sperimentazione è iniziata nel 2013. Per gli spostamenti dei piloti tra il porto alla foce dell’Elba e le navi, nel marzo di quell’anno è entrato in funzione il prototipo Swash (Small Waterplane Area Single Hull) Explorer, motorizzato con un sistema diesel-elettrico firmato Mtu e Siemens. Soddisfazione piena, a quattro anni di distanza: l’armatore Abeking & Rasmussen ha consegnato il veicolo al ministero federale tedesco per il trasporto e le infrastrutture digitali. Nel frattempo, Mtu ha reso noto che i suoi 20 cilindri della serie 8000 sono stati scelti dall’armatore Incat Tasmania per equipaggiare il più grande traghetto del Mediterraneo.
20 nodi a gasolio, un terzo ad elettroni
Al cuore dell’imbarcazione battono i pistoni del motore realizzato da Mtu, accomodato nello scafo a cilindro. Nello specifico, si tratta di un 10V 2000 M72 forte di 900 kW di potenza, arricchito da un’unità supplementare di propulsione elettrica realizzata da Siemens per le basse velocità. Il veicolo è in grado di raggiungere la velocità di 20 nodi con 65 tonnellate di massa. Il sistema EcoProp firmato dall’azienda tedesca “accumula” il surplus di potenza emesso dal motore diesel, convogliandolo in un generatore che fornisce l’elettricità a bordo, un meccanismo particolarmente adatto a efficientare il consumo di energia durante i tragitti di tipo start-and-stop come quelli a cui è destinato il veicolo. Il motore elettrico può anche spingere personalmente l’Explorer: in modalità elettrica, l’imbarcazione può raggiungere una velocità pari a un terzo dei 20 nodi massimi consentiti dall’endotermico Mtu.
L’evoluzione dello Swath
Lo Swash rappresenta la logica evoluzione del progetto Swath (Small Waterplane Area Twin Hull). All’ombra di quest’ultimo acronimo si celano gli scafi che, minimizzando la sezione sul pelo libero dell’acqua, minimizzano l’energia assorbita dal moto ondoso e massimizzano la stabilità del mezzo. Negli Swash l’attrito con l’acqua è ancora più ridotto. A differenza delle barche Swath, il concept degli Swash prevede uno scafo collegato con un cilindro a forma di sigaro, posizionato al di sotto del livello dell’acqua, attraverso due sottili pilastri. Il cilindro, nel quale è ospitata la sala macchine, fornisce la necessaria capacità di galleggiamento e nel contempo riduce la portata della forza di sollevamento esercitata dalle onde nei confronti della barca. Il cilindro di galleggiamento va restringendosi verso la poppa ed è dotato, all’estremità della prua, di alette stabilizzatrici controllate mediante un computer, in modo da aumentare ulteriormente la stabilità dell’imbarcazione.
Una lunga sperimentazione
Del resto, i piloti al lavoro sul fiume Elba necessitano di un mezzo il più leggero ed efficiente possibile. Ecco che, secondo i progettisti di Abeking & Rasmussen, un’imbarcazione Swath non può essere più corta di 25 metri, perché in caso contrario gli scafi sommersi non sarebbero in grado di ospitare il sistema di propulsione della barca. La soluzione al dilemma è stata chiamata, appunto, Explorer, un monoscafo da 20 metri con design tipico dei mezzi Swash e due bilancieri tipo trimarano che lavorano alla stabilizzazione. Una scelta vincente, su cui l’armatore ha riposto una tale fiducia da costruirne un esemplare a sue spese e renderlo disponibile all’operatore per una sperimentazione di lungo periodo.
Quattro motori per il re dei traghetti mediterranei
Quella relativa all’estuario dell’Elba non è l’unica novità recente legata al brand di Friedrichshafen. Anzi: Mtu ha reso noto che fornirà quattro 20 cilindri della serie 8000 all’armatore australiano Incat Tasmania. I propulsori saranno installati sul più grande traghetto catamarano pronto a solcare le acque del Mediterraneo. Vestirà livrea Virtu Ferries e farà da ponte tra Malta e la Sicilia. Lungo 110 metri, ospiterà fino a 900 passeggeri oltre all’equipaggio, mossi dal quartetto di motori da 9.100 kW cadauno. Verranno consegnati a Incat nella seconda metà del 2018. La commessa comprende anche quattro genset 8V 2000 M51A.