Massimo Donà, presidente di Unimot – Ascomac, ha partecipato in qualità di relatore al webinar #offroadrecovery che la nostra rivista, insieme a Trattori e Macchine Cantieri, ha organizzato nel mese di maggio.

Durante l’evento (qui potete rivedere il video del webinar), il direttore di DIESEL Fabio Butturi ha sollecitato Donà su alcune questioni calde: l’incidenza delle procedure di sanificazione per le aziende in vista della ripresa delle attività e il tema del Gpl, ostacolato da normative talvolta poco dirimenti. Ecco, in sintesi, le risposte di Donà. L’articolo completo, pubblicato su DIESEL di giugno, lo trovate qui.

Massimo Donà presidente di Unimot
Massimo Donà, presidente di Unimot

Le parole del presidente di Unimot

Donà, quanto incidono in termini di costi e di alterazione della funzionalità le procedure di sanificazione?

La domanda abbraccia due ambiti, uno misurabile, che si esaurisce in una mera quantificazione di costi, e un altro probabilmente molto meno misurabile, ma con una ragguardevole ampiezza di considerazioni.

Il primo riguarda i costi vivi, che incidono sul bilancio, sono voci di spesa relative a strumenti indispensabili: non semplicemente dpi (ndr: dispositivi di protezione individuale), anche portatili e smartphone, per agevolare il lavoro da casa, termoscanner, per ottemperare alle regole imposte dai decreti. I nostri associati, a seconda della dimensione, hanno speso per questa voce di costo mediamente tra i 15 e i 30mila euro cadauno.

L’altro ambito è secondo me molto più importante, e riguarda i costi occulti, quelli indotti, legati al cambio di paradigma durante la fase di rilascio post-lockdown, detta decreasing. Mi riferisco all’adattamento psicologico e culturale derivante dall’essere passati repentinamente da una modalità di lavoro in presenza a una in remoto. Mi riferisco anche all’impegno dei vertici aziendali alla motivazione delle risorse umane.

Ci sono poi ambiti di misurazione difficili da quantificare, come le ore sottratte al business per riorganizzare il piano di attività e investimenti. Tutto questo ha riflesso sulla funzionalità interna, per esempio i turni interni. Devo dire che l’efficienza del lavoro in remoto non è inferiore a quella in ufficio. Cambia la logica delle analisi di investimento e del rischio: la tipica analisi di sostenibilità economico-finanziaria è inglobata in quella di sostenibilità sociale.

#offroadrecovery
Un frame del webinar #offroadrecovery

Gpl: valida alternativa per conciliare costi ed emissioni. Si apre però lo scabroso capitolo degli ostacoli normativi. Qual è la posizione di Ascomac-Confcommercio?

Il tema del Gpl coinvolge interessi trasversali a molti settori, anche contrastanti. Ascomac è la federazione di cinque unioni, focalizzate su specifici settori produttivi/distributivi. Le competenze che meglio si sposano con la sua domanda sono quelle di Unimot, di Unicea, che si occupa di mezzi per il sollevamento, perché una delle applicazioni più gettonate del Gpl sono i carrelli elevatori, e di Intemac, per quanto riguarda le attività di certificazione e omologazione.

L’impiego del Gpl in Italia è altamente viabile, è un settore in cui è necessario investire per adeguare le infrastrutture produttive e logistiche in termini di sicurezza, stoccaggio delle bombole, formazione e omologazione. I carrelli elevatori occupano una nicchia penalizzata dallo Stage V. Il mercato dei carrelli endotermici equivale al 6 percento circa del totale, stiamo parlando all’incirca di 3mila macchine. I motori di transizione sono stati polverizzati dall’assorbimento della domanda proveniente da altri settori, agricoltura e movimento terra. I costruttori di carrelli elevatori hanno quindi dovuto cercare una soluzione alternativa perché l’alimentazione elettrica non è adeguata ai contesti di applicazione che richiedono le prestazioni del motore endotermico.

Il Gpl sarebbe una scelta vantaggiosa sotto diversi aspetti, di costo ed emissioni allo scarico, per l’efficienza termica del ciclo Otto, la facilità di rifornimento, la manutenzione ridotta. Ci sono però anche dei contro: minore potenza disponibile a parità di cilindrata, le difficoltà insite allo stoccaggio delle bombole, il volume di mercato ridotto, che impedisce adeguate economie di scala, il divieto di circolazione in determinate aree.

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