Parliamo di manutenzione predittiva (e non solo) con Karan Ohri di Perkins
Proseguiamo la chiacchierata inaugurata la scorsa settimana con Karan Ohri, che in Perkins ha il ruolo di Global Marketing Manager in ambito Electric Power. Un punto di vista privilegiato per affrontare il tema delle nuove sfide nella generazione di energia, a cominciare da un argomento di cui si parla ormai da tempo e che ora […]
Proseguiamo la chiacchierata inaugurata la scorsa settimana con Karan Ohri, che in Perkins ha il ruolo di Global Marketing Manager in ambito Electric Power. Un punto di vista privilegiato per affrontare il tema delle nuove sfide nella generazione di energia, a cominciare da un argomento di cui si parla ormai da tempo e che ora sembra essere ancora più concreto: la manutenzione predittiva.
Concetti come controllo remoto o manutenzione predittiva stanno davvero diventando uno standard anche nella generazione di energia?
La digitalizzazione sta diventando davvero un fattore importante nel mercato. È partita un po’ in sordina, ma ora vediamo che ci si sta muovendo abbastanza velocemente e ciò è dovuto principalmente al fatto che i costi di installazione dei dispositivi stanno calando drasticamente.
Inoltre, il costo della gestione remota di una grande flotta di motori sta diminuendo. La tecnologia può ridurre significativamente i costi operativi per la manutenzione perché non è obbligatorio andare fisicamente fino al motore e controllare. Perkins sta anche cercando soluzioni digitali: il vantaggio che abbiamo, rispetto ai produttori terzi di soluzioni standard, è che produciamo i motori li produciamo e li conosciamo a fondo. Ciò significa che siamo in grado di approfondire davvero la questione della manutenzione predittiva.
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I clienti sono disposti a spendere un po’ di più per avere questi benefici?
Al momento è un progetto che dipende fortemente dall’idea che si ha della digitalizzazione e del monitoraggio remoto nei vari settori. In quello delle telecomunicazioni, per esempio, i clienti tipici, quindi i costruttori di gruppi o i service provider, di solito gestiscono un parco macchine. Vediamo che se questo si adatta al modello di business di un cliente, viene percepito come un buon add-on e poi implementato nelle flotte a noleggio in Europa o negli Stati Uniti, perché il valore del motore stesso è più alto e giustifica questi servizi aggiuntivi.
Il secondo mercato è costituito da applicazioni come i data center, che si trovano all’altro estremo dello spettro. Qui si parla di motori di grandi dimensioni. Questo mercato comporta alcuni rischi rilevanti – a causa di possibili malfunzionamenti – per cui il monitoraggio remoto è conveniente e talvolta è addirittura integrato nell’infrastruttura. In qualità di costruttori di motori, lungo tutta la catena di fornitura possiamo aiutare offrendo le soluzioni più convenienti, in modo che il rischio si riduca ancora di più, fondamentalmente.
Cosa c’è nel mezzo tra questi due mercati?
Nel mezzo ci sono applicazioni residenziali, industriali o edifici commerciali, che non presentano flotte da gestire. Le iniziative di monitoraggio a distanza sono quindi meno necessarie. Se non generano entrate, le spese aggiuntive possono non trovare giustificazione.
Il MEE è un evento molto importante per un’area cruciale come il Medio Oriente, spesso accorpata peraltro con l’Africa. Parlando di genset, come sono accolti gli sviluppi tecnologici in queste aree?
Noi, per esempio, consideriamo il Medio Oriente e l’Africa come una regione unica, anche se si tratta di realtà molto diverse tra loro. Dal punto di vista tecnologico, il Medio Oriente è sicuramente in crescita, con operatori che stanno diventando più consapevoli e che guardano alla questione della riduzione delle emissioni. Abbiamo nella nostra gamma quello che cercano e questo è uno dei motivi per cui abbiamo investito per aumentare la nostra flessibilità.
L’Africa, invece, è un mercato molto diverso. Il problema principale è la mancanza di capacità e stabilità delle reti elettriche principali. Il mercato dipende quindi ancora molto dai motori diesel, che devono essere soprattutto economici e affidabili. La questione tecnologia è, in questo momento, ancora un passo indietro, ma con i nuovi motori stiamo effettivamente spingendo verso soluzioni più efficienti, con minor consumo di carburante, facendo del nostro meglio anche per ridurre l’impronta ecologica.