Partial PGMs e la rivoluzione del filtro

Partial Pgms, e se la rivoluzione degli ipotetici Stage VI ed Euro 7 fosse anche nella riduzione delle terre rare all’interno del coating del filtro antiparticolato? Partial Pgms ha seguito questa traccia, sotto l’egida dell’Unione Europea, individuando nel rame un’alternativa alle cosiddette terre rare, che costituiscono la superficie filtrante dei Dpf, specialmente a rigenerazione passiva. Un traguardo, quello del progetto europeo, che guarda alle applicazioni automobilistiche e, di conseguenza, potrebbe approdare nell’industriale.

In attesa di approfondire con i diretti interessati, vi forniamo il contributo stampa di Warrant Hub, gruppo Tinexta, che da un quarto di secolo fornisce consulenza in finanza agevolata a Pmi e grandi aziende.

Partial Pgms
Johnson Matthey Plc ha collaborato al progetto Partial Pgms

Dice Warrant Hub…

Il progetto Partial-Pgms, voluto e sostenuto dalla Commissione Europea, è nato per produrre soluzioni concrete rispetto al problema delle emissioni di particolato (PM). In particolare, l’obiettivo era la realizzazione di un filtro ibrido antiparticolato, riducendo l’impiego di terre rare (Ree) e metalli del gruppo del platino (Pgm), molto costosi e poco reperibili in Europa.

HORIZON 2020? C’È ANCHE ABB

Partial-Pgms è stato finanziato con oltre 4,5 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del programma ‘Horizon 2020’, la fase di ricerca è durata 42 mesi e ha coinvolto 14 partner di 10 Paesi diversi. Tra di essi, importanti centri di eccellenza a livello accademico – quali il Centro di Ricerca Nazionale Greco ‘Demokritos’, l’Università francese di Lille, l’Università statunitense di Delaware e l’Università di Padova – nonché partner industriali di rilievo come Johnson Matthey PLC, tra i leader mondiali nella produzione di marmitte catalitiche per il settore automotive. Il progetto Partial-Pgms ha sviluppato nuovi e innovativi materiali nano-strutturati a basso contenuto di Pgm e Ree, sostituiti dal rame, un elemento abbondante e disponibile a costi contenuti in Europa. I test effettuati hanno dimostrato che tali materiali sono efficacemente utilizzabili per realizzare un filtro ibrido antiparticolato che oltre a ridurre le emissioni inquinanti delle autovetture abbatte del 20 percento l’utilizzo di terre rare e di almeno il 35 percento quello dei Pgm.

Alternativa all’alternativo?

Partial-Pgms si propone quindi come apripista di una nuova tipologia di veicoli diesel a ridottissimo impatto ambientale sia a livello costruttivo che di emissioni. In tema di mobilità sostenibile, pertanto, offre una concreta alternativa ai veicoli elettrici, attualmente caratterizzati da un macro-trend di crescita sebbene, a fronte di bassi livelli di emissioni inquinanti, necessitino di batterie basate su terre rare, con problematiche di riciclo ancora in gran parte non affrontate.

COSA SUCCEDE NEL MONDO DEL FILTRO: HUG E FAURECIA

«Il coordinamento di un progetto così strategico ha rappresentato una sfida che abbiamo raccolto con orgoglio ed entusiasmo, mettendo al servizio del consorzio di partner la consolidata esperienza di Warrant Hub nella gestione di progetti di ricerca internazionali. Siamo fieri di aver contribuito al raggiungimento di risultati davvero sorprendenti: essi sono già a disposizione del mercato e ci auguriamo che le future normative UE sul controllo delle emissioni dei veicoli terranno conto del lavoro svolto con Partial-Pgms»: sono le parole di Isella Vicini, Head of European Funding Division di Warrant Hub – Tinexta Group. Warrant Hub inoltre è stato interlocutore diretto della Commissione Europea, ha coordinato il lavoro di tutti i 14 partecipanti, monitorato lo stato di avanzamento e soprattutto gestito il budget del progetto.

Partial Pgms
Isella Vicini, Head of European Funding Division di Warrant Hub – Tinexta Group.

 

 

 

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