Pitteri Violini ha sensibilmente allargato lo spettro di motorizzazioni disponibili a catalogo per fidelizzare il mercato dell’off-highway. JCB è transitata a Baranzate, a nord di Milano, per attecchire con il Dieselmax, l’Ecomax e le altre carte che i britannici sono in grado di apparecchiare sul tavolo delle applicazioni a giri fissi e variabili. Isuzu è stabilmente sulle frequenze di Pitteri Violini da un trentennio. Mancava un tassello per completare l’attacco della gamma. L’asso nella manica si chiama Kioti Daedong, che presidia quel segmento super-affollato che risponde all’identikit dei compatti. Procediamo con ordine. Per farlo, ci siamo affidati a Leonardo Zappella, Managing Director.

«Il 2023 ha confermato la curva di crescita, seppure nel contesto dell’incertezza del mercato. In quella fase, persistevano alcuni colli di bottiglia, nella consegna e nella logistica. La situazione si è fortunatamente normalizzata verso la metà dell’anno scorso. Nel finale di annata, si è registrata una normalizzazione ma, a quel punto, il calo ha coinvolto tutto il mondo industriale, anche fuori dall’ambito degli endotermici.

In linea con l’ultimo quarto 2023

Il primo semestre 2024 sta replicando la tendenza dell’ultimo trimestre del 2023. Le consegne dei fornitori e i prezzi si sono stabilizzati dopo un periodo di variazioni di listino imprevedibili e, in alcuni casi, ingiustificabili. Non siamo ritornati alle quotazioni precedenti, perlomeno si è fermata l’oscillazione dei prezzi. Discorso differente per la domanda. Registriamo una sostanziale differenza tra gli Oem che hanno una visione globale del mercato e quelli concentrati sul territorio nazionale, in maggiore sofferenza di chi si affaccia sui mercati esteri. Ci stiamo muovendo bene nella parte di meccanizzazione agricola, per quanto riguarda Kioti e Isuzu. Dal lato JCB, abbiamo ottimi riscontri tra le pompe di irrigazione e un vasto ventaglio di applicazioni parcellizzate, dal movimento terra a frantoi, trivellazione, macchine traccialinee. Il picco di vendite è legato alle motopompe. Per quanto riguarda l’ambito della generazione di corrente, a breve saremo in grado di proporre al mercato l’intero pacchetto rivisto di motorizzazioni JCB sia a 50 che a 60 Hz. Consapevoli di entrare in un’arena molto affollata dove vige una competizione all’ultimo centesimo, siamo convinti che sapremo ritagliarci le nostre quote di mercato, potendo offrendo un ottimo rapporto qualità/prezzo».

Kioti Daedong

Zappella orienta il puntatore sui volti nuovi della famiglia Pitteri Violini. «Nel 2023 abbiamo ufficializzato l’inserimento di Kioti Daedong, che ha aggiornato la gamma Stage V/Tier 4 Final, con un range di prodotti da 10 a 104 chilowatt. Il 4J3803TA, un 3,8 litri, che rappresenta l’ultimogenito, nonché il top di gamma, è certificato e circolante sui trattori Kioti. Al momento non è disponibile per i distributori perché l’ingegneria coreana è impegnata a completare le rifiniture standard, come la campanatura al volano e altri allestimenti di prassi. Ci aspettiamo ragionevolmente di poterlo presentare all’Eima (dal 6 al 10 novembre, presso Bologna Fiere, ndr). Le curve presentate a catalogo dovrebbero essere quelle definitive, chiaramente la certezza potremo averla solo al momento della presentazione ufficiale al mercato dei motori sciolti. Con questa nuova partnership per il territorio italiano Pitteri Violini si affianca alla rete di distribuzione e assistenza dei trattori Kioti. La distribuzione in esclusiva del marchio coreano, fortemente motivato nel conquistare una posizione in ambito europeo, ci consente di poter programmare investimenti a medio termine a livello di personalizzazioni, allestimenti e promozione, nella fascia di potenza dai 16 ai 50 kW. La filosofia di Kioti si sposa con quella di Pitteri Violini, nel segno di elevati standard qualitativi, paragonabili ai più affermati player giapponesi. Sommata alla competitività e alla flessibilità dell’azienda coreana, ci fornisce una carta in più da giocarci, consapevoli che questo è un segmento particolarmente affollato.

Kioti intende espandere la distribuzione sul mercato libero, creando una rete capillare, spinta dalla necessità di aumentare il volume produttivo delle motorizzazioni. Nel portafoglio clienti hanno recentemente introdotto nomi del calibro di Bobcat, e Hyundai Infracore. Siamo a buon punto sull’intera gamma di allestimenti specifici per i piccoli motori meccanici e possiamo fornire powerpack completi di cablaggio e pannello di controllo. Stiamo concludendo gli sviluppi degli accessori per la gamma Stage V; la serie 3H è terminata, nel senso che il prodotto è a magazzino, con tanto di accessori. Stiamo completando la serie 4H. La serie 3H, che ci consente di proporre un 3 cilindri, là dove questa segmentazione è apprezzata dai costruttori, dispone della stessa taglia motoristica sia in versione aspirata che sovralimentata. Si tratta di un motore compatto, disponibile da 26 a 41 chilowatt, che si rivolge ad alcune tipologie di clienti che apprezzano il medesimo layout motoristico per un ventaglio diversificato di applicazioni.

Per i piccoli e medi costruttori

Il nostro focus è sugli “small e medium OE”, che richiedono al fornitore di motori una soluzione il più possibile plug&play. Forniamo un valore aggiunto all’offerta, il nostro magazzino è molto rifornito e siamo in grado di personalizzare gli allestimenti in tempi rapidi. Stiamo parlando di un costruttore, Kioti, che ha certamente dei numeri diversi dai big giapponesi, ma che sta crescendo sia nella commercializzazione dei trattori che nella distribuzione nel free market. Un nostro grande plus è avere un partner così flessibile nell’assecondarci, sia dal punto di vista tecnico, del supporto nella personalizzazione, che nelle tempistiche di realizzazione e consegna dei motori. Abbiamo un tempo di resa del motore di tre mesi dall’ordine, in grado di soddisfare i requisiti di urgenza. Ribadisco, la qualità del prodotto, insieme alla flessibilità della customizzazione e ai tempi di consegna, ci garantisce un pacchetto competitivo». Una riflessione conclusiva sull’orientamento di Kioti al Vecchio continente. «il rallentamento della domanda proveniente dagli Usa ha contribuito ad alimentare l’interesse per lo scacchiere commerciale europeo».

JCB. A tutto tondo

Passiamo al capitolo JCB. Poco più di un anno fa, presso la cava di Wardlow, assistemmo alla presentazione della versione a idrogeno del 4,8 litri. Beneficiari furono le catene cinematiche di una terna e di un sollevatore telescopico. 

Zappella conferma l’interesse dei costruttori sulle soluzioni endotermiche a idrogeno, «anche perché JCB è molto avanti nella produzione di serie» conferma. «Ci sono escavatori equipaggiati con il 4,8 H2, commercializzazione e distribuzione sono previste nella seconda metà del 2024. L’interesse dei costruttori italiani, al momento, è concentrato sulla produzione prototipale finalizzata all’introduzione in gamma di un macchinario “green” da presentare al mercato. Per tante macchine la produzione di serie è ancora lontana, per svariati motivi, tra cui l’incertezza sulla direzione che prenderanno determinate fasce di potenza nella strada della decarbonizzazione. JCB uscirà con una prima versione da 55 chilowatt, per estendere prossimamente questa tecnologia alla taglia da 100 kW. Il successo di questa proposta, assodato che tecnologicamente la soluzione risulta valida e competitiva, rimane strettamente legato allo sviluppo di infrastrutture di distribuzione e ai futuri costi del combustibile al chilo.

Allargando lo sguardo ai motori diesel, un ambito che ci regala soddisfazioni in termini di vendita e di prototipazione, è quello dei crusher. La motopompa inizia ad approcciare lo Stage V; il pacchetto realizzato con JCB è apprezzato dai costruttori, perché la power unit include scambiatori e kit urea, allestito sul telaio. Noi integriamo cablaggi e pannelli, abbreviando l’iter della certificazione, dal momento che i componenti sono generalmente forniti dalla casa madre. In questo modo riusciamo ad abbreviare il periodo di testing».

Leonardo Zappella riassume la potenza di fuoco di Pitteri Violini. «Sul primo equipaggiamento Stage V siamo presenti da 10 a 129 kW. Sui motori non emissionati, ci affidiamo anche ad alcune unità Isuzu come il 6HK, che arriva a 212 kW. Il rapporto privilegiato tra Isuzu e il costruttore di macchine movimento terra Hitachi continua con soddisfazione e rimane saldamente il cliente numero uno della divione motori industriali di Isuzu Japan. Disponiamo internamente degli strumenti diagnostici per fare servizio».

Le implicazioni del Bev

Inevitabile una divagazione sulla elettrificazione. «Abbiamo approcciato il mondo elettrico partendo dalla fascia più bassa potenza, avendo recepito l’interesse per la sperimentazione da parte di alcuni costruttori. Ci siamo legati a Parker, nella fornitura del loro pacchetto prodotti: inverter, scambiatori, motori, controller. Praticamente, con il pacchetto offerto da Parker riusciamo a fornire il 90% dei componenti necessari per la conversione della drive line da versione “endotermica” ad elettrica ad eccezione del pacco batterie fornito da un importante costruttore nazionale. Abbiamo elettrificato macchine che montavano i nostri motori diesel. Non abbiamo ancora visto gli effetti sul passo successivo, cioè i numeri di produzione. Sebbene tecnicamente il prodotto sia maturo e performante, il delta prezzo continua a rimanere una discriminante importante. Allo stato attuale l’utilizzatore finale, se non incentivato economicamente o obbligato da nuove regolamentazioni, faticherà a scegliere soluzioni full electric. È un settore che continuiamo a seguire e a tenere sott’occhio, anche se, al momento, non abbiamo riscontri in termini di vendite. Sarà una delle strade percorribili e troverà sbocchi soprattutto nelle fasce basse di potenza, quelle che Pitteri Violini copre attualmente con i motori benzina Yamaha da 4 a 25 cavalli, e con i 2 e 3 cilindri diesel. Ottimizzando i costi di produzione degli accumulatori, potrebbero essere cannibalizzate porzioni delle applicazioni diesel. Sopra a questa fascia, non ci è dato sapere se sarà questa l’opzione principale, anche per le tempistiche di rifornimento, la semplicità di gestione e altri aspetti che privilegiano ancora l’endotermico. Noi ci faremo trovare pronti. Sarà comunque l’incentivazione a guidare l’affermazione di qualunque soluzione».

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