Punch Hydrocells alla prova del mare
Punch Hydrocells ha presentato a Genova il rigetto che porterà Castagnola Yacht ad adottare una motorizzazione a idrogeno
Punch ci crede, nell’idrogeno, al punto tale da avere concepito uno spin-off dalla sua filiazione italiana, a Torino. Il primo vagito di Punch Hydrocells risale al primo giugno 2021, e si costituisce in forma completamente indipendente e parallela a Punch Torino, con la quale condivide ovviamente sinergie e competenze ingegneristiche. Sono 22 le risorse dirottate su Punch Hydrocells, che coltiveranno intra moenia la capacità di sviluppare sistemi di propulsione ad idrogeno, motori termici e fuel cells, nonché sistemi di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno. La riflessione parte da lontano, dalle quattro ruote: «Se parliamo di batterie per le automobili, questa logica funziona, sia per la gestione delle masse che del range e dei tempi di ricarica. Se invece ci trasferiamo sul trasporto pesante, o comunque dove il discrimine è il payload, allora che senso ha riempire queste applicazioni di pacchi batterie?»
Punch Hydrocells nelle parole di Stefano Caprio
Stefano Caprio, responsabile Punch Hydrocells, dettaglia così il ragionamento: «Se un camion da 44 ton deve percorrere 800 chilometri oggi necessita circa di 8 tonnellate di batterie!!! Anche per questa ragione siamo convinti che il trasporto commerciale richieda necessariamente l’idrogeno per svincolarsi dall’abbraccio dei combustibili fossili. L’utilizzo dell’idrogeno come Energy Carrier, in alternativa alle batterie, concilia tempi di ricarica assai rapidi e pesi contenuti, grazie all’elevata densità gravimetrica di energia tipica di questo elemento.
L’energia elettrica stoccata sotto forma di idrogeno può essere conservata per lungo tempo prima di essere eventualmente riconvertita tramite celle a combustibile o motori a combustione interna». Tra i nodi critici delle batterie, è noto ai più, c’è lo smaltimento del litio. In cifre, poi, la capacità media di una batteria si attesta a 300-400 Wh/kg, quella attribuibile all’idrogeno è di 33.000 Wh/kg. Nota dolens? «L’idrogeno verde ha un costo di circa 10 euro al chilo, la soglia di competitività deve quindi scendere a circa 3,5-4 euro al chilo» risponde Caprio. Questi i presupposti, e da qui ci spostiamo nell’inevitabile digressione ‘cromatica’. L’obiettivo nel medio-lungo periodo è l’idrogeno verde. L’idrogeno blu, di derivazione fossile, che sfrutta il principio della carbon capture, che consente all’anidride carbonica una palingenesi sotto forma di composti del carbonio o stoccata direttamente nel sottosuolo, allo stato attuale, rappresenta un vantaggio competitivo. Segue la conversione del motore termico, come il V8 Duramax 6.6L di General Motors fotografato allo stand, di cui Punch Torino è distributore ufficiale per Emea e Apac. Un processo che ha richiesto l’introduzione di candele d’accensione e modifiche a pistoni, collettore aspirazione e testa cilindri. Soffermandoci sull’iniezione, l’evoluzione in pancia a Torino è quella dal port fuel injection, con iniezione nel collettore d’aspirazione, alla direct injection, che eroga l’idrogeno direttamente in camera di combustione, che consentirà di migliorare efficienza e potenza specifica. Il kit di stoccaggio è a cura di Landi Renzo, sodale di Punch Torino anche nel progetto veicolare insieme ad Avl Italia, Iaa e Tper.
E nel concreto, cioè, in acqua?
È giunto il momento di coinvolgere il partner applicativo, che certifica la presenza in quel del Salone Nautico, Castagnola yacht, fondato a Lavagna (Ge) nel 1974 dal maestro d’ascia Giovanni Castagnola. Massimo Giraud, Key Account Manager Punch Torino, ricorda: «la collaborazione tra PUNCH Torino e Castagnola Yatch è nata giusto 1 anno fa nel corso del Salone Nautico; si è trattato del classico colpo di fulmine dove le linee armoniose ed eleganti di Heritage hanno incontrato la potenza che i propulsori della rinomata casa americana sono in grado di offrire. Da qui è nata l’dea di una combinazione ideale per sbarcare in America con l’Heritage». Da Genova alla costa atlantica degli States; buon sangue, non mente. La prima fase del coinvolgimento di questo cantiere riguarda quindi l’installazione di due motori V8 diesel di derivazione GM che permetteranno a Heritage di superare agevolmente i 50 nodi grazie anche al passaggio dal piede poppiero ad eliche di superficie.
Castagnola Yacht
L’evoluzione dell’imbarcazione Heritage, nel 2023, prevede una nuova versione che prevede la sostituzione dei propulsori Diesel con un solo V8 alimentato ad idrogeno fornito da Punch Hydrocells. Tale modifica si è resa necessaria per lasciare spazio a 4 bombole con una capacità di 18 chili di idrogeno l’una ad una pressione di 700 bar; corpi cilindrici da 700 millimetri di diametro per una lunghezza di 1,9 metri necessari per stivare combustibile allo stato gassoso in quantitativo sufficiente a garantire un’autonomia equivalente a 250 litri di gasolio.
Castagnola Yachts ha il custom nel dna ed ha sviluppato negli anni la capacità di realizzare imbarcazioni con contenuti unici ed innovativi in tempi estremamente competitivi perché la sua risorsa strutturale, estetica e, permetteteci, filosofica, è il legno, materiale comodo, malleabile ed elegante.
L’amministratore delegato di Castagnola Yacht, Gabriele Maestri, ha dichiarato: «Il nostro processo produttivo WTS sarà ulteriormente arricchito con un nuovo elemento “green” in sostituzione del carbonio che oggi avvolge lo scafo di Heritage per aumentarne la rigidezza strutturale. In combinazione con la propulsione ad idrogeno fornita da Punch Hydrocells, Castagnola Yatch sarà in grado di offrire al mercato nautico un’imbarcazione al 100% ecologica».