Reed Expositions France risponde a tono. Punto su punto
Vi proponiamo una lunghissima riflessione di Reed Expositions France, colpita nel vivo dalla repentina (e, a questo punto del calendario, inaspettata) cancellazione del Cannes Yachting Festival. Una copiosa produzione di argomenti, rivolto sia ad fattori ‘esogeni’, che al cosiddetto fuoco amico, che abbiamo anticipato in questo post. Pensiamo che valga la pena spendere alcuni minuti per la […]
Vi proponiamo una lunghissima riflessione di Reed Expositions France, colpita nel vivo dalla repentina (e, a questo punto del calendario, inaspettata) cancellazione del Cannes Yachting Festival. Una copiosa produzione di argomenti, rivolto sia ad fattori ‘esogeni’, che al cosiddetto fuoco amico, che abbiamo anticipato in questo post. Pensiamo che valga la pena spendere alcuni minuti per la lettura.
Qual è la frequentazione dello Yachting Festival?
«Per riassumere, due tipologie di persone si affiancano durante i 6 giorni del salone. I potenziali acquirenti che lo visitano e tutti i professionisti che vi lavorano (espositori, equipaggi di barche in acqua, fornitori di servizi, membri dell’organizzazione).
Considerando un calo di circa il 40%, analogo a quello degli espositori e delle imbarcazioni, erano attesi 34.000 visitatori. Compresi ovviamente quelli che ritornano per un secondo giorno di visita. Il flusso di visitatori è distribuito in maniera ben poco uniforme. Va a seconda del giorno della settimana e dell’ora e ciò provoca dei picchi di affluenza. La variazione può andare da 1 a 4.
Per quanto concerne i professionisti, il loro numero è molto più costante. Sarebbero stati, nel contesto di quest’anno, in media 3.400 al giorno al Vieux Port e 850 al Port Canto. Si tratta di cifre considerevoli che influiscono molto sul calcolo del limite massimo di persone.
Perché un limite massimo di 5.000 persone al Vieux Port era insufficiente? E quali sarebbero state le conseguenze di una restrizione della capacità del Vieux Port a tale numero?
In primo luogo, con 3.400 professionisti al Vieux Port, avrebbero potuto essere accettati in media solo 1.600 visitatori. Il che era molto al di sotto delle esigenze, anche considerato il calo previsto quest’anno.
Con la grande variazione di affluenza secondo i giorni e gli orari, il Vieux Port sarebbe stato saturato più della metà del tempo, si sarebbero dovuti rifiutare fino a 3.000 visitatori e acquirenti venuti a vedere le barche a motore! Ci sarebbero stati due volte più visitatori all’esterno che all’interno, con un tempo di attesa fino a 3 ore…
Non potevamo accettare di far subire in tali proporzioni una situazione del genere ai visitatori non ammessi alla visita. Idem dicasi per gli espositori, la cui frustrazione nel vedere i loro ospiti bloccati all’ingresso o costretti ad andarsene sarebbe stata legittima, tenuto conto dei loro investimenti.
Tutto questo a due settimane dal salone. Uno scenario basato su due eventi separati nei due porti (Vieux Port e Port Canto), limitati a 5.000 persone per sito, non avrebbe risolto il problema posto dal Vieux Port.
Eppure è questo lo scenario che la FIN considera «concepibile» e che il prefetto voleva imporre. Quali soluzioni ha presentato Reed Expositions alla prefettura?
Sulla base delle cifre rivalutate per il 2020, Reed Expositions ha proposto alla prefettura, all’agenzia sanitaria regionale e alla città di Cannes di suddividere il salone in tre zone separate in modo ermetico per poter assorbire l’affluenza al Vieux Port rispettando al contempo il limite di 5.000 per sito. Due zone al Vieux Port, dove risiede il vero problema, e il Port Canto come terza zona.
Ciò poteva permettere di accogliere fino a 8.000 persone alla volta nel Vieux Port a un dato istante. Con questo dispositivo, eravamo molto al di sotto dei 5.000 per zona fissati dalla legge, in ciascuno dei siti. Parlare di una richiesta da parte di Reed per 15.000 persone presenti simultaneamente è quindi fuorviante. La cifra di 90.000 per i 6 giorni indicata dalla FIN lo è ancora di più.
Erano previste misure eccezionali e senza equivalenti nel dipartimento per garantire la sicurezza sanitaria di tutti i presenti, visitatori e professionisti. I due settori del Vieux Port erano separati in modo ermetico, con conteggi previsti ad ogni entrata / uscita e, qualora necessario, erano state approntate aree di ritenzione.
Era inoltre predisposto un dispositivo rinforzato di 200 persone per, da un lato, guidare, spiegare e controllare l’applicazione delle misure sanitarie (indossare una mascherina, distanziarsi), e dall’altro, monitorare costantemente i flussi. Il protocollo sanitario di Reed prevedeva una divisione dei flussi in ogni corsia grazie a una circolazione a doppio senso separata, con regolazione del passaggio in corrispondenza degli incroci importanti.
Infine, era stata pianificata una pulizia regolare degli spazi frequentati, la distribuzione di gel idroalcolico in un gran numero di punti del salone e la misurazione sistematica della temperatura di tutti i partecipanti, visitatori, espositori e membri dell’organizzazione.
«Celebre in tutto il mondo, lo Yachting Festival è anche un salone molto grande a livello di dimensioni e per le decine di migliaia di persone che lo visitano e vi lavorano, anche nel contesto attuale. Le stime concernenti la frequentazione, incluse nella richiesta presentata alla prefettura, impegnano la responsabilità dell’organizzatore e richiedono un grande rigore.
La replica a FIN
Nel suo comunicato stampa, la FIN commette quattro errori grossolani: confonde «persone» ai sensi della legge e «visitatori»; sottovaluta fortemente il numero di professionisti che lavorano in loco; misconosce la ripartizione tra Vieux Port et Port Canto; ignora le variazioni dei flussi a seconda dei giorni e nel corso della giornata.
Queste approssimazioni ed errori di giudizio sono tanto più sorprendenti quando si considera che la FIN conosce molto bene lo Yachting Festival. Sia nella forma che nel contenuto, abbiamo presentato un piano perfettamente articolato, che, con l’adozione dei migliori standard esistenti, rientrava nel quadro nella nuova legge.
Nel contesto del 2020 non ci aspettavamo alcun profitto. La nostra unica ambizione era prodigarci per l’industria nautica francese ed europea, instillare nuova vita all’economia di Cannes e della regione e, infine, dimostrare che si possono tenere nuovamente grandi saloni in Francia in tutta sicurezza.
Purtroppo, il rifiuto del prefetto aggiunge lo Yachting Festival di Cannes alla già lunga lista delle grandi fiere internazionali cancellate a causa della crisi sanitaria.», conclude la direzione di Reed Expositions.