Come stanno le rinnovabili in Italia?
Vi riportiamo i nuovi dati dell’EY Renewable energy country attractiveness index (Recai) e le potenzialità per l’Italia dei sistemi di accumulo energia a batteria (Bess)
Volete sapere come siamo messi con le energie rinnovabili in Italia? Una illuminante lettura ci è proposta da EY, protagonista del mondo dei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, assistenza fiscale e legale, transaction e consulenza. La fonte di questi dati è l’EY Renewable energy country attractiveness index. Cosa si racconta?
Le rinnovabili segnano una crescita del 40% in Italia
Ecco, si racconta che nel primo semestre 2024 sono stati installati 3,7 GW di nuovi impianti rinnovabili, con il fotovoltaico che copre quasi il 90% delle nuove installazioni con 3,3 GW, seguito dall’eolico con circa 360 MW, da bioenergie e idroelettrico che insieme coprono circa 20 MW. Il confronto tra il primo semestre 2023 e il primo semestre 2024 conferma un importante incremento della nuova potenza installata da fonti rinnovabili che è stata del 41%. Eppure, non sono tutte rose e fiori. Secondo il Recai, gli investimenti realizzati rimangono al di sotto di quanto necessario per raggiungere l’obiettivo della COP28 di triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030.
E le comunità energetiche?
Secondo EY, anche l’impegno prefissato sulle comunità energetiche, grazie al decreto sulle Cer (Comunità energetiche rinnovabili) che stanzia 5,7 miliardi di euro per la loro istituzione, ha contribuito a rafforzare la diffusione di rinnovabili di piccola taglia e quindi il posizionamento dell’Italia nel ranking. Tuttavia, per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) del 2030, che prevedono circa 130 GW di potenza rinnovabile installata, l’Italia deve accelerare.
L’opinione di EY
Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transactions Energy Leader, ha così commentato: «L’Italia ha fatto progressi significativi nel settore delle rinnovabili, ma questo slancio deve continuare e intensificarsi. Con i nuovi decreti FER X e FER 2, abbiamo l’opportunità di accelerare sul percorso della transizione energetica e di avvicinarci agli obiettivi prefissati a livello nazionale. Ma per farlo, sarà necessario non solo aumentare il numero di installazioni, ma anche sfruttare le opportunità tecnologiche. In particolare, bisogna guardare con occhio attento l’opportunità dello stoccaggio, fattore stabilizzante della rete che permetterà un ingresso più controllato della nuova capacità rinnovabile. Per sfruttare il potenziale dei BESS, è fondamentale l’impegno di tutti gli stakeholder. Innovazione da parte dei produttori della tecnologia (per garantirne competitività), partnership strategiche, per condividere necessità e competenze che questo nuovo ramo di investimenti si porta dietro, e una gestione attenta dei rischi, sono elementi chiave per consolidare lo sviluppo di questi sistemi e per realizzare un futuro realmente sostenibile e resiliente».
La questione cruciale dell’accumulo di energia
Con la previsione di un aumento della domanda di elettricità di 1,7 volte entro il 2050, i sistemi di accumulo di energia tramite batterie (Bess) sono essenziali per gestire l’intermittenza delle energie rinnovabili e per immagazzinare l’energia in eccesso. I Bess acquisiranno un ruolo sempre più strategico anche nel medio-lungo periodo. A questo proposito, secondo le stime di EY la capacità dei Bess crescerà passando da 160 GWh a 1800 GWh entro il 2030 (una crescita di oltre 10 volte).
I progressi compiuti dall’Italia nel mercato Bess hanno svolto un ruolo cruciale nella transizione energetico. Infatti, nel ranking appositamente creato per il mercato Bess, il Paese si classifica al 6° posto nell’indice mondiale e sono previste gare di stoccaggio per 71GWh (da 12 GW a 15GW) entro il 2030, da qui l’importanza nell’istituire un quadro regolamentato ottimale per potenziare lo sviluppo italiano di tali sistemi. L’Italia punta a un significativo sviluppo nell’ambito dei BESS, con l’obiettivo di raggiungere 71 GWh di capacità entro il 2030. Vari i modelli di applicazione, che spaziano da modelli a mercato con i relativi di rischio prezzo e volume, fino a modelli fortemente infrastrutturali e regolati. Soprattutto per questi ultimi si pone la necessità di un quadro normativo robusto: proprio per soddisfare questa necessità si è stato avviato il modello di regolazione Macse (Mercato a termine degli stoccaggi). Infine, un fattore che diventa fondamentale per tutte le batterie è l’evoluzione e la competizione tecnologica: oltre alle oramai tradizionali batterie al litio, stanno emergendo nuove soluzioni, come le batterie a flusso di vanadio e al sodio-ione, che grazie alle loro performance e costi attesi promettono di trasformare nei prossimi anni il mercato dello storage energetico.