Il Roadshow di John Deere ha fatto tappa da Rama Motori
Il Roadshow di John Deere Power Systems ha fatto tappa a Reggio Emilia, da Ruote da sogno, sotto l'egida di Rama Motori
Il JD4 e il JD18 hanno fatto scalo da Rama Motori, giovedì 14 marzo, in occasione del Roadshow di John Deere Power Systems. La location è stata Ruote da Sogno, la super-iconica antologia di auto e moto d’epoca. La sede di Rama è ubicata all’altro lato di Reggio Emilia, a meno di sette chilometri.
Rama ha fatto gli onori di casa al Roadshow di Deere
Rama Motori ha le spalle sufficientemente robuste per condividere uno sforzo di questa portata, dal punto di vista organizzativo e logistico (a Reggio era presente un nutrito drappello di Oem e giornalisti). Una premessa è d’obbligo, prima di entrare nel vivo del Roadshow. Paolo Coccolini, Responsabile della Divisione Rama Motori (nonché Direttore Generale di Rama S.p.A.), dopo aver guidato Rama al conseguimento del premio “Engine distributor of the year – International” al Diesel Progress Summit 2023, ha costituito una squadra di prim’ordine per consolidare e rafforzare l’attività dell’azienda nel mercato dei motori e ricambi. Un gruppo di lavoro che si affida, tra gli altri, alla professionalità di Araldo Da Pozzo e Giorgio Benatti, figure praticamente istituzionali nel panorama delle applicazioni mobili e stazionarie del mercato italiano. Come puntualizzato da Andrea Perduca, Sales Manager and business development: «Attraversiamo una fase costruttiva, Rama è in crescita e si sta strutturando di conseguenza (Rama Motori ha acquisito la distribuzione dei motori John Deere anche in Svizzera, Austria, Croazia, Slovenia, Montenegro, Serbia, Albania e Bosnia, ndr). Non è semplice attirare i clienti in un road show. Man mano che si avvicinava la data, ci abbiamo creduto sempre di più. Stamattina c’era un’energia particolare, eravamo tutti galvanizzati. L’evento, sicuramente, porterà i suoi frutti». Nella prima parte del Roadshow, è salito in cattedra Julien Bracquemond, Sales manager OEM Distribution di John Deere Power Systems (di base nel quartier generale europeo di Saran). Successivamente, Enrico Menozzi è entrato nel merito delle specifiche tecniche. Sotto la luce dei riflettori JD4, JD9, JD14 e JD18 (Diesel of the year 2021). Tra i comuni denominatori, la densità di potenza, la riduzione dei consumi di gasolio, stimabile nella forbice tra il 3% e il 5%, e di urea, tra l’1% e il 3% del fabbisogno di combustibile, le tre prese di forza innestate sul treno di ingranaggi posteriore, cablaggi integrati e coppe dell’olio compatibili con inclinazioni superiori a 35°. Nota a margine per il 18 litri, che conserva l’Egr, a differenza del 4 litri. Un’innovazione lungimirante consiste nella rimozione del sistema di post-trattamento, anche nella taratura inferiore alla soglia normativa dei 560 chilowatt (522 kW, per la precisione). Calcolatrice alla mano, Menozzi ha precisato che, di fronte a un prezzo “all’ingrosso” (con questa espressione s’intende un acquisto in stock) di 0,70€/litro di urea, con 1.000 ore di lavoro si risparmierebbero circa 3.500 €. Dopo 2.500 ore, il risparmio netto ammonterebbe a oltre 9.000 €.
Le magnifiche sorti e progressive di Rama
A Reggio Emilia credono e investono nell’allestimento di powerpack. Che cosa intenda Rama per “pacchetto all inclusive” ce lo spiegano proprio loro. «Solitamente si pone all’accezione di “power pack” il significato di “radiatore montato”. Per noi ciò significa tutto montato, tipo plug&play, a partire dai sistemi aftertreatment, al cablaggio elettrico completo sino alla realizzazione di quadri elettrici di controllo e agli accoppiatori per le pompe sul volano». Il Roadshow di John Deere, ospitato da Rama, ha enfatizzato le potenzialità del 18 litri, che permetterà di fare breccia in alcune applicazioni, finora estranee all’orizzonte dell’azienda reggiana, per questioni di cilindrata. Anche il 14 litri e il 9 litri forniscono ulteriori chiavi di lettura e di penetrazione del mercato, e saranno disponibili in versione con turbo singolo e doppio. Il 4 litri è invece l’elemento focale per accedere a un bacino di installatori dai numeri decisamente più consistenti. John Deere si è svincolata dall’abbraccio esclusivo con il mondo agricolo, e si orienta attivamente anche al movimento terra. Citando Andrea Perduca: «L’acquisizione del Gruppo Wirtgen ci ha traghettato a una visione diversa del mercato».