Dopo quarant’anni, Roberto Brivio lascia Deutz Italy e si gode il meritato congedo pensionistico. Una vita, quella professionale di Brivio, alla guida di Iml (Industrie meccaniche lombarde) che dall’immediato dopoguerra ha incrociato i propri destini con quelli di Deutz, fino all’incorporazione nella casa madre, datata lunedì 2 ottobre 2017.

Su DIESEL Luglio/Agosto abbiamo pubblicato una lunga e appassionata intervista, che ha toccato tanti temi: dal post-Covid-19 al ruolo che un dirigente illuminato deve avere. La potete trovare qui. Di seguito un breve estratto.

Roberto Brivio Deutz Italy
Roberto Brivio

Roberto Brivio: Deutz Italy e la sua posizione sul mercato

A suo tempo giurai che, varcata la soglia dei 65 anni, avrei rallentato. Il vero ruolo di un dirigente è sapere riconoscere i suoi limiti e garantire la continuità. Mi attende qualche mese di disintossicazione e poi deciderò cosa fare da grande…

Deutz Italy non ha davanti a sé nessun tipo di problemi, né relativi al personale qualificato, né di standard di prodotto, di Ebit o di quote di mercato. Posso dire, senza timore di smentita, che non ci sia installatore italiano che non conosca i motori Deutz e che non abbia già installato o pensato di montarne uno.

Brivio, ci disegna il quadro congiunturale?

Ad aprile il fatturato ha registrato un calo dell’80 percento. Inevitabile, avendo i nostri clienti interrotto la produzione, a causa del lockdown. Il fatturato di maggio si è normalizzato, nonostante la stasi nella raccolta ordini, nella misura del 30/40 percento. Non ci resta che attendere l’ultimo quarto. L’Italia pagherà il vero dazio economico e finanziario tra luglio e ottobre, in ragione del calo attuale degli ordinativi. C’è chi confidava di lavorare ad agosto, un mese in cui molti, invece, chiuderanno come da prassi, almeno in Italia. Purtroppo, quello che è stato perso per strada, difficilmente sarà recuperabile.

Per noi motoristi va considerato oltretutto il rallentamento sopravvenuto nel consumo dei motori prebuy. Il ‘sentimento’ diffuso è quello di voler prolungare di 6-12 mesi i termini di legge per il relativo smaltimento.

Sinceramente, questo approccio non è proattivo: questioni come inquinamento, disboscamento, green deal sono inderogabili, ma la crisi Coronavirus ha purtroppo stravolto tutto quanto.

Roberto Brivio Deutz Italy
L’interno dello stabilimento Iml – Deutz Italy

Cosa lascia Roberto Brivio al suo successore?

Come si dice, ‘morto un papa se ne fa un altro’ e non è assolutamente detto che il successore sia peggiore del predecessore. Come le ho anticipato, il senso dell’operato di un dirigente è di lasciare le cose meglio di come le abbia trovate. Quando le aziende cambiano i vertici, un’azienda può procedere per inerzia anche per un biennio, se l’impostazione è efficiente.

Per quanto riguarda il mio contributo, le cito due numeri per darle una idea. Il 1° Febbraio 1981 misi piede in Iml, di cui divenni responsabile per la parte motori nel 1992. Nell’anno del mio insediamento, Iml ha venduto circa 3.200 motori, nel 2019 sono stati 30.000. Il fatturato nel 1982 ammontava a circa 30 miliardi di lire, ora il nostro business in Italia è quasi decuplicato. Forniamo oltre 130 clienti e abbiamo definito in questi anni quasi 1.000 diverse tipologie di applicazioni.

La struttura aziendale non è stata stravolta, abbiamo ottimizzato le risorse. Ad ogni domanda bisogna dare una risposta concreta. Abbiamo scardinato consuetudini sedimentate tra gli installatori: ‘Abbiamo sempre fatto così!’ (ndr: Quasi una rivoluzione antropologica per la mentalità italiana). Posso citarle clienti oggi consolidati, ma un tempo ‘tabù’, come Merlo e Landini.

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