È stata presentata pochi giorni fa al 62° Salone Nautico Internazionale di Genova, nell’ambito della conferenza Boating Economic Forecast, la nuova edizione di Nautica in Cifre – Log, l’annuario statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in partnership con Fondazione Edison, che si fregia del patrocinio dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. L’appuntamento è stato aperto dai saluti di Andrea Razeto, Vice Presidente Confindustria Nautica, di Carlo Maria Ferro, Presidente di Ice Agenzia e Andrea Benveduti, Assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria.

Dalla presentazione emerge come il 2021 per l’industria italiana della nautica si sia rivelato l’anno con il migliore incremento di fatturato di sempre e come l’anno nautico appena concluso abbia assicurato solide prospettive anche per il 2022, consolidando una crescita strutturale.

Considerando gli scenari economico-politici che stiamo attraversando – con forti criticità sul fronte dell’approvvigionamento delle componenti, imprevedibili fluttuazioni dei prezzi e della disponibilità delle materie prime e una sempre più evidente scarsità di manodopera specializzata – si tratta di un risultato eccezionale per le nostre imprese.

I numeri sono chiari: il fatturato globale del settore è passato da 4,6 miliardi del 2020 a ben 6,1 miliardi del 2021. L’incrementoregistrato rispetto all’anno precedente è stato del +31,1%: un dato straordinario che consente non solo di compensare il lieve calo registrato nel 2020, ma di portare il fatturato del settore a livelli pressoché analoghi a quelli del biennio record del 2007-2008.

Fra i fattori determinanti che hanno alimentato la crescita si deve annoverare l’exploit delle esportazioni della produzione cantieristica nautica, che nell’anno scorrevole terminato a marzo 2022 hanno toccato il massimo storico di 3,37 miliardi di euro, con gli Usa primo mercato in assoluto per i nostri cantieri (485 milioni di euro, pari a una quota del 16,4%). Altri fattori determinanti sono i portafogli ordini dei cantieri italiani di yacht e superyacht, che per molti operatori coprono addirittura il prossimo triennio, e l’ottima performance dei comparti dell’accessoristica nautica e dei motori marini.

Carlo Maria Ferro, Presidente Agenzia Ice, ha dichiarato: “La nautica italiana è molto apprezzata all’estero per la capacità di mettere a fattore comune l’eccellenza del made in Italy nella meccanica, nella tecnologia, nel design, nel mobile arredo, nella componentistica. Tutto questo risponde alla domanda del perché i numeri del settore siano così positivi: perché quando riparte la domanda le persone acquistano il prodotto migliore. I dati dell’export lo confermano: nel 2020 le esportazioni sono cresciute nonostante tutto, nel 2021 è aumentato del 34% e, nei primi sei mesi del 2022 cresce di un altro 72%. Siamo soddisfatti dell’export italiano e siamo molto soddisfatti dell’export della nautica da diporto”.

La nautica da diporto, grazie all’impegno quotidiano dei nostri appassionati imprenditori, si consolida pertanto come un fiore all’occhiello del Made in Italy e una vera eccellenza a livello globale – ha dichiarato Stefano Pagani Isnardi, Responsabile Ufficio Studi di Confindustria Nautica –. In Confindustria Nautica lavoriamo di conseguenza per dare impulso al suo sviluppo e per affermare il suo successo nel mondo”.

Gli addetti complessivi sono saliti a 26.350 rafforzando ulteriormente il trend occupazionale positivo (+9,7% rispetto al precedente anno) che ha caratterizzato trasversalmente tutti i comparti del settore, con una particolare incidenza nella costruzione di nuove unità (+14,7%) in cui sono impiegati quasi la metà degli addetti complessivi del settore (14.710).

Il contributo del settore della nautica al PIL nazionale è stato superiore ai 5,1 miliardi di euro nel 2021, in forte aumento (+31,4%) rispetto al dato 2020. Anche il peso del contributo della nautica al Pil in rapporto al Pil nazionale è cresciuto, passando dal 2,37‰ del 2020 al 2,89‰ nel 2021, a testimonianza della fase espansiva del settore.

Come evidenziato da Marco Fortis, Direttore e Vicepresidente di Fondazione Edison, le “Imbarcazioni da diporto e sportive” rientrano inoltre tra i settori che dall’inizio del nuovo millennio hanno registrato le maggiori crescite dell’export: considerando unicamente i settori manifatturieri più rilevanti per la bilancia commerciale italiana, vale a dire quelli che presentano nel 2021 un surplus commerciale superiore a 2 miliardi di euro, il comparto delle “Imbarcazioni da diporto e sportive” si posiziona infatti al decimo posto per crescita dell’export; in particolare, le esportazioni del settore sono passate dagli 850 milioni di euro nel 2000 ai 3 miliardi del 2021, registrando una crescita pari a 2,1 miliardi in valore assoluto e al 247,6% in termini percentuali.

Le esportazioni complessive di “Imbarcazioni da diporto e sportive” nel 2021 hanno evidenziato una notevole resilienza del settore rispetto agli effetti economici negativi innescati dalla pandemia globale di Covid-19 e sono risultate pari a oltre 2,9 miliardi di euro, in aumento del 40,4% rispetto al dato 2020. I Paesi extra europei si confermano la principale destinazione delle vendite italiane oltreconfine: l’export diretto sui mercati extra UE è stato infatti pari a 2,2 miliardi di euro, corrispondente al 74,6% dell’export italiano nel settore (a fronte del 64,3% nel 2020), mentre quello diretto verso i 27 Paesi UE ammonta a 750,4 milioni di euro, pari al 25,4% (35,7% nel 2020).

Infine, la nuova edizione di Log riporta i dati relativi ai principali poli produttivi territoriali della nautica italiana: al primo posto della classifica, stilata per valore del fatturato, troviamo il “polo produttivo dell’Alto Mediterraneo” (province di Genova, La Spezia, Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno), che eccelle sugli altri 4 poli territoriali per tutte le grandezze considerate. In questo distretto si trova il 36,7% degli addetti del settore e ben il 54,4% del fatturato. Segue il “polo produttivo adriatico” (province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Ancona), con il 12,3% delle imprese totali del settore e un fatturato pari al 23,3% del fatturato complessivo del settore. La Lombardia rappresenta l’11,8% degli addetti nazionali del settore e il 9,6% del fatturato totale.

Il settore della nautica da diporto italiana – ha concluso Fortis – accomuna in sé tutte le caratteristiche di impresa in senso moderno. Abbiamo cioè un mix perfetto di tecnologia, design, arredi, componenti; le produzioni sono realizzate da imprese medio grandi che sono leader nel loro comprato, organizzate in distretti. Tutte caratteristiche tipiche del made in Italy”.

Nell’ambito della conferenza è stata presentata l’anteprima dei dati di filiera “Geografie della filiera nautica italiana”, la pubblicazione commissionata a Fondazione Symbola dalla rete d’imprese Mare Nostrum Network (composta da Confindustria Nautica e dalle società di servizi di Confindustria Genova, Confindustria Toscana e Confindustria Ancona) che sarà presentata a fine anno in un evento dedicato.

Il sistema nautico rappresenta uno dei segmenti più dinamici dell’economia – ha dichiarato Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola – oltre che un riferimento mondiale nella produzione di yacht e imbarcazioni da diporto. Una leadership costruita anche grazie ad una rete produttiva di prim’ordine, distribuita sul territorio nazionale che opera a monte e a valle della filiera. Nel biennio 2019-2021, come emerge nel Rapporto realizzato da Fondazione Symbola, le imprese del sistema nautico hanno incrementato il valore aggiunto a prezzi correnti del +7,8% (con segmenti come la cantieristica che hanno visto un incremento del +27,9%) contro un -1,3% del totale dell’economia e -0,2% del made in Italy, le cosiddette “4A” dell’Alimentare, dell’Abbigliamento, dell’Arredo e dell’Automazione. Anche l’occupazione ha fatto registrare risultati positivi, testimoniati da una crescita per il complesso della filiera del +3,2% (+10,3% per la produzione cantieristica). Dietro questi risultati la capacità di fare sistema sia a livello nazionale e che territoriale e il forte investimento in qualità, competenza, innovazione e sostenibilità”.

Molto interessanti, inoltre, i dati relativi ai moltiplicatori della filiera della nautica da diporto – 9,2 per l’occupazione e 7, 5 per quanto riguarda il valore aggiunto – che sono i più elevati tra le economie del mare.

In occasione della conferenza, Andrea Benveduti, Assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria ha ricordato come “La Blue Economy è un pilastro strategico per la nostra regione. Occasioni come questa sono una vetrina, non soltanto per il mondo della nautica, ma un’opportunità per l’intero sviluppo economico regionale di mettere in mostra la ricchezza del nostro territorio. Questa 62esima edizione mostra numeri in crescita, che ci riportano al periodo pre-Covid e che sono di buon auspicio in vista dei prossimi anni, quando, a Waterfront di Levante concluso, potremmo ancor più toccare con mano le opportunità di sviluppo che saprà offrire questo settore”.

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