Salone nautico di Venezia 2024
L'edizione 2024 del Salone nautico di Venezia si affaccia sul mare piatto del mercato. Le proposte dei costruttori strizzano l'occhio ai pacchetti ibridi
Salone nautico di Venezia 2024
Si è conclusa la quinta edizione del Salone nautico di Venezia. Vetrina tecnico-commerciale di un ecosistema unico, sia nell’accezione topologica che tipologica, che misura la temperatura dell’elettrificazione nello scenario marino. C’è bonaccia, se preferite, calma piatta, dopo almeno un lustro di effervescenza.
Anche nel 2024, a Venezia, la febbre si misura con la spina
Mototopi rigorosamente diesel, vaporetti ibridi e taxi lagunari elettrici. Si potrebbe riassumere così la diatriba sull’evoluzione delle barche in laguna. Sensato, seppur riduttivo. Il protagonista assoluto all’Arsenale della Serenissima è stato infatti il sistema ibrido. Cominciamo dall’elettrico e scopriamo che il vessillo è sventolato da AS Labruna, che prosegue nella declinazione del proprio paradigma elettrico. Wolong Electric è l’ultima arrivata a Monopoli, nella scuderia e-Vision, con un fuoribordo elettrico con batteria integrata. La leggerezza e la trasportabilità del sistema Flowstar da 1,5 chilowatt sono i primissimi plus che ci vengono in mente.
C’è tanta voglia di ibrido
Restiamo ancorati all’animato stand di AS Labruna. Citiamo, tra gli altri, il Power 200, composto dagli N40 170 Stage V di FPT Industrial associati al modulo elettrico da 25 kW, che funge anche da booster. Sviluppato su questa taglia, è stato concepito per dialogare sia con piede poppiero che con trasmissione oleodinamica e linea d’asse. Presenti ovviamente le soluzioni a firma FNM, di cui AS Labruna è distributore per l’Italia. Anche da Cesenatico hanno messo in mostra dei sistemi ibridi. Ci riferiamo a Boni Motori Marini, con alcune macchine motorizzate da Agco Power, il 4,4 litri è in via di sviluppo anche per diporto, omologato stage V alla potenza di targa. L’84, 8,4 litri dispone di 411 cavalli, l’allestimento della marinizzazione è in corso di definizione, per consentire la presentazione ufficiale a Genova. Le macchine elettrica erogano dai 60-80 chilowatt della taglia piccola fino ai 200 chilowatt della grande. Sull’84 il termico e l’elettrico arrivano fino alla soglia dei 900 cavalli, con un sistema parallelo in grado di sommare le potenze. Il piccolo ragiona invece in modo seriale, quindi con il solo diesel o il solo elettrico. Ultimamente hanno sviluppato due tipologie di ibrido, dei quali uno per una società di Venezia, con motore elettrico allestito da Boni, e realizzato sulle loro distinte dalla Mitek di Ravenna, con invertitore e software di Mac Engineering. Anche Huracan, specialista veneziana delle “barche alla spina”, ha portato il proprio sistema ibrido. Pensato per i taxi ibridi, impiega Hyundai, e per il piede poppiero, richiede quindi una frizione per staccare il diesel dal piede. L’elettrico è laterale per assecondare le ridotte dimensioni del vano motore. Il motore elettrico eroga 40 kW, di cui rende disponibile la metà, per ridurre il numero dei giri e generare più coppia. La centralina comanda i due motori, senza entrare nei parametri termodinamici dell’endotermico, limitandosi all’accensione, allo spegnimento e all’accelerazione. Siamo già entrati in questo POST nella collaborazione tra AVL Italia e Texa. Specializzata nella diagnostica applicata a vari ambiti industriali, tra cui il marino, l’azienda di Monastier (Treviso) si occupa sia del motore elettrico che dell’inverter, ingegnerizzato e prodotto da loro.
Cos’altro bolle in pentola
La bussola di Rama Marine da inizio anno è orientata soprattutto sui gruppi di bordo, dove il marchio John Deere si conferma in salute, ritagliandosi quote anche nel repowering. La gamma genset Stage V si compone di 4045 TFM85, 6068 AFM85 e 4045 AFM85. Per l’alimentazione dei servizi si fa apprezzare anche il marchio Lombardini Marine, oltre a qualche Focs per la propulsione delle barche da regata. Sulle formule ibride c’è attenzione e sensibilità all’ascolto, ma le richieste di mercato sono prevalentemente limitate all’endotermico. Scania si è dotata di un’organizzazione che si affida a Bimotor e Boni: è la prima volta che si presenta a un salone nautico con due concessionarie, per diporto e commerciale. L’operazione sotto traccia, investe il consolidamento della visibilità del marchio in Italia. Nel diporto travasa la capillarità della rete di assistenza, imperniata sul network camionistico, in grado di eseguire tagliandi e riparazioni sui motori ausiliari anche di megayacht. Della rete nautica fanno però parte anche officine dedicate, come NavalMotorBotti e Tassara di Rapallo, che hanno una formazione nell’ambito specifico. A proposito di Bimotor, ha preso in carico la distribuzione dei motori Scania, consapevole della propria missione: fornire un servizio sempre più attento alla customizzazione e integrare il loro prodotto in quelle fasce di mercato non raggiungibili agevolmente dai grandi costruttori. Per quanto riguarda FPT Industrial, l’Actv di Venezia ha messo in servizio cinque vaporetti Canalgrande Stage V, equipaggiati dal C90 170 da 125 kW. Il Cantiere Siman di La Spezia ha in pancia altri sette vaporetti della tipologia foranei, 5 dei quali motorizzati da due C9 170, sulla numero 6 e 7 saranno invece ibridi, con 3 gruppi a giri variabili con gli N76-170 Stage V.