Sen, la strategia energetica nazionale
Strategia energetica nazionale o, per semplicità, Sen. l documento varato a metà novembre dal Governo, con l’avallo del Ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, modella i trend delle politiche energetiche al 2030 e ammicca alle potenzialità del gas naturale liquefatto. L’argomento. caldo, anzi caldissimo, quasi come il punto di fiamma del […]
Strategia energetica nazionale o, per semplicità, Sen. l documento varato a metà novembre dal Governo, con l’avallo del Ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, modella i trend delle politiche energetiche al 2030 e ammicca alle potenzialità del gas naturale liquefatto.
L’argomento. caldo, anzi caldissimo, quasi come il punto di fiamma del gas, che mette alla frusta le competenze termodinamiche e di addomesticamento del termale management da parte dei costruttori. Abbiamo affrontato l’argomento su DIESEL di Gennaio-Febbraio.
Sen. Gli obiettivi
Questi gli obiettivi stabiliti dalla SEN: raggiungere quota 28 per cento di rinnovabili sui consumi complessivi al 2030 (rispetto al 17,5 attuale). In particolare: 55 per cento per le rinnovabili elettriche (33,5 attuale); 30 per cento per le rinnovabili termiche (19,2 attuale); 21 per cento per le rinnovabili nei trasporti (6,4 attuale). C’è una prima evidenza, che pare lapalissiana ma che è stata ampiamente sottaciuta nell’enfasi data all’annuncio di questi numeri. Nonostante si tratti di “obiettivi particolarmente ambiziosi e superiori anche a quanto richiesto dai parametri europei” (ammette la SEN), quando fossero anche raggiunti l’Italia continuerebbe a coprire il 72 per cento dei propri fabbisogni energetici grazie alle fonti fossili: con il petrolio in calo e il carbone messo fuori gioco, il gas naturale ha più di un motivo per fregarsi le mani.
Sen. Esce il carbone, entra il gas
La SEN ipotizza il phase-out anticipato del carbone al 2025. Questo scenario, anche nell’ipotesi ambiziosa di rinnovabili al 55 per cento, richiederà nuova capacità a gas per circa 1,5 GW fino a raggiungere una capacità di generazione pari a 150 TWh/anno.
Inoltre, voci di corridoio parlano di una sorta di patto “segreto” tra il Governo e le varie associazioni ambientaliste e le lobby delle rinnovabili. Qualcosa del tipo: “Sacrifichiamo il carbone, ma a quel punto niente più opposizioni su scala territoriale alla realizzazione di nuove infrastrutture per l’approvvigionamento di gas in Italia”.
Trasporti, il gas piace ed è credibile
Attualmente la penetrazione delle fonti alternative al petrolio e suoi derivati nel settore trasporti è pari al 6,4 per cento, considerando l’elettrico e i biocarburanti.
E il gas naturale? Tra dodici anni si prevede che i consumi nel settore trasporti avranno raggiunto i 4,8 miliardi di standard metri cubi. L’attuazione della direttiva Dafi, tra l’altro, prevede una crescita dei punti vendita eroganti Gnc dagli attuali 1.100 a 2.400 circa nel 2030, per quella data dovrebbero crescere dalle poche unità di oggi a circa 800 i punti dove fare il pieno di Gnl. La SEN insiste anche sul “contributo decisivo del biometano, come alternativa più conveniente e sostenibile rispetto ai biocarburanti di importazione”.
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