Sennebogen 3.40G: pala gommata o sollevatore telescopico?

Sennebogen ha recentemente presentato il nuovo sollevatore telescopico 3.40G con tecnologia Sul Power. Indovinate che si è insediato in cabina. regia? Il Cummins F3.8, uno dei pilastri della Performance Series, e tra quelli che hanno maggiormente beneficiato della vitaminizzazione seguita alla profonda rivisitazione dello Stage V, che ha tra l’altro rimosso il ricircolo dei gas di scarico. La linea iniziata dalla casa bavarese continua con la 355E, disponibile anche in versione agri con colori Fendt. Con il nuovo modello, quindi, Sennebogen punta chiaramente a un mercato spesso presieduto dalle pale gommate. E lo fa in modo diretto e ben diretto, spiegando le potenzialità e i vantaggi di questa macchina. Il nuovo Sennebogen 3.40G nasce dall’idea iniziata con il 355E, ma in realtà prende una sua direzione. Tanto da far pensare che questo modello probabilmente non sarà unico ma darà vita ad una gamma specifica per un mercato attento alle differenze. Ovviamente con destinazione operativa per applicazioni gravose dove sono richieste altezze di scarico elevate, agilità, affidabilità e versatilità. Quest’ultima caratteristica è la vera freccia nell’arco telescopico. 

Sml Power, pala gommata o sollevatore telescopico?

Cinematica ottimizzata per il carico, braccio telescopico, cabina ad alta visibilità, spazio di manovra ridotto, carichi operativi elevati associati a un elevato equilibrio dinamico. Sennebogen ha pensato a tutti questi punti per combinare i vantaggi di due mondi che possono sembrare lontani. Ovvero quella delle pale gommate e quella dei classici sollevatori telescopici. Alla base di tutto c’è il concept della cabina sopraelevata mutuato dai movimentatori industriali.

D’altra parte, il braccio telescopico offre sicuramente enormi opportunità in termini di maneggevolezza. Ma ovviamente è necessario studiare la struttura in modo che possa sopportare le sollecitazioni trasversali tipiche delle applicazioni industriali pesanti. Infatti, la sezione poligonale del braccio è associata ad una cinematica a Z ad alta efficienza. Grazie ad una geometria che ottimizza la geometria delle leve rispetto ad altre soluzioni simili presenti sul mercato.

Il posto in prima fila di Sennebogen

La cabina sopraelevata permette di avere una visuale eccezionale dell’area di lavoro. L’occhio dell’operatore raggiunge infatti un’altezza media di circa 4,10 metri permettendo di vedere senza problemi anche all’interno di cassoni con sponde alte. Il comfort nella guida ad alte quote è garantito dalla cinematica ad alta inerzia trasversale che limita le vibrazioni e gli spostamenti laterali. La sospensione è assicurata dal cilindro a corsa lunga che permette un assorbimento ottimale delle asperità. L’altezza della cabina è continuamente regolata da due comodi pedali posizionati a sinistra della colonna.

Un Cummins sotto il cofano

La scelta di Sennebogen per il nuovo 3.40G prevede, come nel caso del fratello maggiore 355E, un motore Cummins. Questo è in particolare il modello F3.8 FR95683 Stage V a quattro cilindri da 3,8 litri. La potenza a disposizione dell’operatore è di 100 kW (136 CV) a 2.200 giri/min. Che diventano 91 kW (124 CV) a 1.600 giri/min se utilizzati in modalità Eco. La coppia massima è di 550 Nm. Questa unità attiva il sistema idraulico Load Sensing Flow Sharing da 170 l/min a 300 bar che può avere 100 l/min per qualsiasi attrezzatura idraulica. Ci aspettiamo quindi fluidità di azionamento e movimenti simultanei proporzionali all’azionamento del joystick, come del resto è tradizione Sennebogen. La trasmissione è la Compact Drive idrostatica a variazione continua da 0 a 20 km/h. In opzione è disponibile anche la versione fino a 40 km/h. La trasmissione Compact Drive punta sull’elevata efficienza nelle rapide manovre di carico e trasporto, riducendo drasticamente i consumi. Sennebogen si è concentrata sulla gamma di velocità fino a 20 km/h in quanto è la più utilizzata all’interno degli stabilimenti in cui queste macchine lavorano. Il sistema bilancia in modo completamente automatico la coppia o la velocità a seconda del tipo di lavoro svolto e senza alcun intervento da parte dell’operatore.