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Mettere piede in una fabbrica cinese e trovare quello che non ti aspetti. Fpt Industrial nella Terra di Mezzo ha cambiato acronimo e si chiama Sfh, Saic Fiat powertrain Hongyan, dal nome dei due contraenti di questa joint venture. E cos’è che non ci si aspetterebbe, almeno rispetto ai clichet sugli ambienti di lavoro a queste latitudini? Il lay out di stampo occidentale, la generosità degli spazi, la semi-automazione dei processi. Con una capacità di 30mila motori questo stabilimento è l’unico nella geografia Fpt a produrre unità per tutti i livelli di emissione, Euro e Gb, Stage e Tier e per l’area Apac. A proposito dei soggetti che partecipano al capitale di Sfh, in estrema sintesi la maggioranza è nelle mani di Cnh Industrial. Per la precisione, il costruttore cinese di automotive Saic (Shanghai automotive industry corporation) detiene con Iveco la quota paritetica del 60 per cento, il 30 per cento è direttamente nelle mani di Fpt e il rimanente 10 per cento in quelle della municipalità (Cme). Lo stabilimento asiatico è la patria di tutti i Cursor, dove è licenziato il 95 per cento dei Cursor 9, 200mila metri quadrati dei quali 65mila di superficie coperta e 23mila dedicati all’assemblaggio dei 9 litri.

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