Sima ed Eima: lo scontro è aperto e il Cema sembra lavarsene le mani

La disputa tra Axema e FederUnacoma (organizzatori di Sima ed Eima) dopo l’attacco frontale dei francesi per soffiare lo ‘slot’ autunnale all’Eima di Bologna è ancora ben lontana dal giungere a un epilogo accettabile per l’associazione dei costruttori italiani.

UNO SGUARDO ALL’EIMA 2018

La storia ormai la conoscono tutti. Gli organizzatori del Sima, il salone parigino della meccanizzazione agricola, hanno di punto in bianco cambiato il calendario della manifestazione andandosi a sovrapporre con l’evento emiliano, tra l’altro dopo aver dichiarato solo qualche settimana prima che il Sima avrebbe mantenuto il proprio posizionamento temporale, ovvero gli anni dispari nel mesi di febbraio.

UNO SGUARDO AL SIMA 2019

sima ed eima

Sima ed Eima. Il Cema rimane nell’ombra

FederUnacoma ovviamente non ci sta per tutte le ragioni che abbiamo abbondantemente elencato negli ultimi mesi e non intende prestare il fianco a una simile dichiarazione di ostilità, francamente inaccettabile in un comparto che a livello europeo dovrebbe invece veder enfatizzata la collaborazione tra le associazioni di categoria dei vari Paesi (Germania, Francia e Italia sono i tre mercati più importanti) al fine comune di spingere il ‘business’ dei propri associati e proteggerli dalle ‘incursioni’ extraeuropee.

Motivo per cui FederUnacoma ha deciso di porre la questione al Cema, l’organo continentale che riunisce le federazioni degli Stati membri e dunque la sede naturale nella quale salvaguardare e conciliare gli interessi delle imprese del settore. Ma la risposta è stata tutt’altro che incoraggiante, anzi. In poche parole il Comitato ha dichiarato di lavarsene le mani, lasciando che la questione sia risolta tra i contendenti.

 

Le parole del Cema

Jéröme Bandry, segretario generale di Cema, ha spiegato: «Rappresentiamo gli interessi di oltre 4.500 imprese manifatturiere tra grandi multinazionali e Pmi che producono più di 450 tipi diversi di macchine. Il nostro ruolo è condividere l’expertise e uniformare la legislazione Ue, non possediamo e non organizziamo fiere e non incassiamo proventi dai saloni. La programmazione e la sequenza delle maggiori fiere europee del settore sono state discusse in diverse occasioni, all’interno sia del board sia dell’assemblea generale, senza peraltro mai portare a raccomandazioni ufficiali di Cema. Prendiamo perciò atto degli annunci fatti, siamo dispiaciuti che gli organizzatori dei rispettivi eventi fieristici non siano stati in grado di trovare un accordo per il bene superiore dell’industria».

Come a dire: il business è vostro, sbrigatevela tra di voi. Staremo a vedere cosa succederà da qui al 3 giugno, data in cui è fissata in Germania la riunione del board del Cema e in cui sarà ovviamente ridiscussa tutta la faccenda. Nel frattempo è partita la lettera di FederUnacoma indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo un incontro urgente per portare la questione ai livelli più alti.

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