Unicea e il Gpl sui carrelli elevatori
Unicea e il Gpl sui carrelli elevatori: uno dei temi nell’agenda di Patrizio Mascitti. Neo-insediato presidente di Unicea-Ascomac, ci ha rilasciato un’intervista dalla quale emerge l’anomalia italiana nella disciplina, e nei riflessi sul mercato, del Gpl per il sollevamento. Trovate l’intervista al completo nel PDF, estratto da DIESEL Ottobre. Di seguito riportiamo l’incipit. Unicea e […]
Unicea e il Gpl sui carrelli elevatori: uno dei temi nell’agenda di Patrizio Mascitti. Neo-insediato presidente di Unicea-Ascomac, ci ha rilasciato un’intervista dalla quale emerge l’anomalia italiana nella disciplina, e nei riflessi sul mercato, del Gpl per il sollevamento. Trovate l’intervista al completo nel PDF, estratto da DIESEL Ottobre. Di seguito riportiamo l’incipit.
Unicea e il Gpl: parla il Presidente
Patrizio Mascitti è il presidente di Unicea, incarico che affianca alla sua missione imprenditoriale, alla Rce carrelli elevatori di Grottammare, negli immediati paraggi di San Benedetto del Tronto. Le origini dell’azienda risalgono al marzo del 1978. Nel marzo 1983 viene istituita la divisione carrelli elevatori. Ancora a marzo, siamo nel 2000, risale la collaborazione con Toyota carrelli elevatori.
Mascitti, c’è un problema annoso, che investe i carrelli elevatori. Si chiama Gpl…
In effetti per quanto riguarda l’Italia, rispetto al resto d’Europa, l’applicazione del Gpl sui carrelli elevatori si riflette in numeri completamente differenti. Non riusciamo a comprenderne pienamente le ragioni, anche se i principali indiziati di questo gap sono la gestione dello stoccaggio delle bombole in azienda e, soprattutto, la latitanza della rete di fornitura per autotrazione, contrariamente a quanto avviene per l’utilizzo domestico. Esistono anche scogli di natura fiscale. In questo momento di difficoltà del diesel, per le restrizioni normative, un’alternativa praticabile di transizione potrebbero essere proprio i motori a Gpl. Il mercato europeo dei carrelli elevatori a propulsione endotermica Gpl si attesta intorno al 35 percento. Circa il 50 percento del totale è a propulsione elettrica e poco meno del 15 percento è diesel. (secondo i dati della World Lpg Association). Situazione opposta In Italia, in cui si registra invece l’egemonia del diesel, con pochissime unità Gpl, del resto la richiesta è molto debole. Nel nostro ambiente, l’adozione di motori Gpl migliorerebbe di sicuro la qualità della vita dei lavoratori e anche delle aziende, in ragione dell’abbattimento del rischio chimico, inferiore a quello del diesel.
Quali sono le proposte di Unicea per stimolare il Gpl?
Urge affrontare la spinosa questione documentale, relativa alle procedure degli organi preposti per lo stoccaggio delle bombole in azienda, con quantitativi idonei al carico di lavoro aziendale, in modo da assicurare un approvvigionamento tempestivo. Attualmente la procedura più snella e meno onerosa per l’azienda non permette spesso dei quantitativi di bombole stoccabili, sufficienti al sostentamento della movimentazione merci all’interno dell’azienda. Anche se fosse consentito, fermare il carrello, smontare la bombola e fare rifornimento non è ovviamente efficiente né conveniente per l’azienda. Tanto più se non si dispone di distributori nelle vicinanze dell’azienda. Un altro fronte critico è la rete di fornitura del Gpl idoneo alla trazione. Il mio auspicio è che Unicea Ascomac possa interagire con altre associazioni coinvolte nell’utilizzo del Gpl, per capire come dotarci di un servizio di rifornimento normato, idoneo e capillare.