Albinea, Reggio Emilia. Qui si trova Fluidpress, in un territorio fertile per la produzione meccanica, con un tessuto di piccole imprese artigiane, degne eredi delle storiche Officine Meccaniche Reggiane. Benevelli, di cui abbiamo parlato in questo post, ne è un esempio.

Talvolta, per una combinazione di fattori di successo, le piccole imprese crescono e diventano qualcosa in più. Fluidpress ne è un esempio: capofila di un piccolo gruppo, conta oggi quasi un centinaio di dipendenti e poco meno di 20 milioni di euro di fatturato. Specialità della casa sono le valvole oleodinamiche (valvole a cartuccia e valvole ‘parts in body’) per applicazioni fisse e mobili e i blocchi integrati customizzabili. Siamo andati a conoscere meglio una realtà storica.

fluidpress Reggio Emilia

Aldo Tagliavento da Reggio Emilia, fondatore e presidente di Fluidpress

A guidare l’azienda è la famiglia Tagliavento, affiancata da manager esterni alla famiglia che «siamo convinti possano portare un valore aggiunto nella gestione complessiva. Un passo fatto con l’obiettivo di essere sempre più competitivi sul mercato». Parole di Aldo Tagliavento, socio fondatore e presidente, che ci ha accompagnato alla scoperta di Fluidpress.

«Lavoriamo sia con l’Italia che con l’Europa e il resto del mondo, con una quota di fatturato del 40 percento proveniente dal mercato interno e la parte restante frutto dell’impegno sui mercati esteri dove, mi permetto di dire, più ancora che il made in Italy è apprezzato il made in Reggio Emilia, cioè la grande tradizione del nostro territorio nella meccanica. Oltre a un catalogo prodotti è importante, c’è bisogno anche di altro per essere realmente competitivi: tecnici commerciali preparati, un servizio efficiente per essere sempre vicini al cliente e un ufficio tecnico strutturato e in grado di fare ricerca e sviluppo», racconta Aldo Tagliavento.

fluidpress Reggio Emilia

Col nuovo capannone, uno spazio produttivo di 9.000 metri quadrati

Nel futuro prossimo di Fluid-press c’è anche l’inaugurazione di un nuovo capannone, il terzo, sempre nell’area di Albinea. Uno stabilimento che porterà, entro l’anno in corso, la capacità produttiva a sfiorare i 9.000 metri quadrati. «Siamo nati e cresciuti qui ad Albinea, un paese pedemontano che non ha una grande concentrazione di aziende. Già il secondo stabile, realizzato nei primi anni Duemila, era stato una scommessa; abbiamo deciso di dare un segnale positivo al mercato con l’acquisto di un terreno edificabile e la costruzione del terzo capannone che ospiterà il montaggio, l’R&D e il reparto spedizioni. Anche questo è un modo per valorizzare le nostre radici».

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