Veil e il recupero dei cascami energetici
Si chiama Veil Energy e promette di recuperare i cascami energetici. Stiamo parlando della creatura di Marianna Benetti e Klaus Kress, sodali di Ets, il distributore per l’Italia degli industriali Man, che da quest’anno agli stazionari ha affiancato i propulsori per applicazioni mobili. Nulla a che vedere con Norimberga, però, Veil Energy è firmata a […]
Si chiama Veil Energy e promette di recuperare i cascami energetici. Stiamo parlando della creatura di Marianna Benetti e Klaus Kress, sodali di Ets, il distributore per l’Italia degli industriali Man, che da quest’anno agli stazionari ha affiancato i propulsori per applicazioni mobili. Nulla a che vedere con Norimberga, però, Veil Energy è firmata a quattro mani, quelle di Benetti e Kress, per l’appunto. Ci troviamo più a nord di Padova, la sede di Ets, per la precisione a Bolzano, nel contesto del Tis innovation park. Veil nasce da un’idea di Marianna Benetti. Per inquadrare l’intuizione dell’ingegnere vicentina, il riciclo virtuoso dell’energia che altrimenti andrebbe dispersa è la migliore metafora per indicare la via maestra della termodinamica applicata, alla vigilia della terza decade del terzo millennio: ottimizzare il ciclo energetico e implementare l’efficienza.
Veil Energy e il generatore termoelettrico
Di cosa stiamo parlando? Di un generatore termoelettrico formato da due piastre, la prima riceve il calore, nel caso da manuale proveniente dai fumi di scarico, la seconda è funzionale al raffreddamento. Tra le piastre sono posizionati elementi semiconduttori, destinati alla produzione di energia elettrica. Il principio, o effetto, è quello descritto dal fisico Thomas Seebeck, secondo il quale l’escursione della temperatura produce energia anche senza parti in movimento. E l’assenza di organi in movimento esclude, tra l’altro, gli oneri relativi alla manutenzione.
Il primogenito della premiata ditta Benetti – Kress si chiama Sirio ed è allocato presso il depuratore di Lana. Dietro il nome d’arte astrologico si cela un Valmet, per chi avesse poca memoria il progenitore di Sisu prima, Agco Power poi, con una potenza nominale di 30 chilowatt.
Sirio si ripromette, a ragion veduta, di conferire senso a quel ‘co’ che precede la generazione combinata di energia elettrica e calore. Il calore è generalmente dissipato e, con l’eclissi dei certificati verdi, rischiava di evaporare anche la bella favola del biogas. Con il generatore termoelettrico la prospettiva è di capitalizzare ulteriori chilowatt elettrici da un qualsiasi gruppo di cogenerazione.
E-Boost
L’elettronica non deroga mai e ad ogni sistema di produzione, riconversione, efficientamento corrisponde un sistema di controllo. E-Boost è una piattaforma software per la gestione di sistemi energetici complessi. Assume i valori ‘real time’, non focalizzandosi esclusivamente sui consumi, e calcola l’incidenza anche dei dati esogeni (per esempio oscillazione del prezzo dell’energia e le variabili meteo). Quel che ne esce è la radiografia a colori dell’efficienza di un impianto, che non scandaglia solamente i parametri di combustione e affini, ma fornisce indicazioni sulla Tco e sugli agenti esterni, che determinano l’indice di apprezzamento di una fonte energetica. L’efficienza ci guadagna, dicono quelli di Veil, nella forbice tra il 7 e il 15 per cento.
Perché Bolzano? Per una questione di cuore e di coordinate geografiche: è baricentrica tra Vicenza, città di Marianna Benetti, e la Monaco di Baviera di Klaus Kress. E a cavallo tra Padania Felix e la verde e industriosa Baviera nel 2018 dovrebbe attecchire una ventina di cloni di Sirio.