Veil Energy MainTrain, cioè come concordare in genere e grado la manutenzione predittiva, quindi come gestire l’efficienza, anche sul pacco ferroviario circolante. in questo caso quello di TreNord. Con Veil Energy ci eravamo lasciati qualche tempo fa. Nel mirino l’efficienza nella produzione di energia. Ci disse Marianna Benetti: «Oggi i generatori a effetto Seebeck possono essere utilizzati per recuperare il calore dei fumi di scarico dalle caldaie». Cosa è cambiato?

Veil Energy MainTrain

Con Veil Energy ‘MainTrain’ l’efficienza corre anche in treno

La generazione è ancora ‘à la page’, ma l’efficienza si misura anche sui binari. Veil è diventata ‘grande’ ed è uscita dalla cerchia della startup. È sempre Marianna Benetti, al timone con Klaus Kress, a renderci edotti di questa evoluzione. «Stiamo sviluppando un progetto insieme a Trenord Milano grazie ad un progetto di co-innovazione organizzato da ELIS: il kick-off risale al 17 settembre dell’anno scorso. In un paio di settimane abbiamo congeniato il sistema di supervisione predittivo dei motori diesel installati su automotrici circolanti. Trenord gestisce infatti due linee non elettrificate: la Milano – Lecco e la Brescia – Edolo (che serve le località del Lago d’Iseo), con treni motorizzati Man. Abbiamo chiamato questo progetto ‘Main(tenance) Train’, inizialmente su due treni, successivamente su altri quattro. Nel corso di quest’anno ‘Main Train’ sarà esteso all’intera flotta (48 treni). I dati sono stati estrapolati dal CAN bus.

È certamente una missione sfidante perché, a differenza degli impianti energetici, abitualmente a giri fissi, i treni viaggiano a giri variabili. Si tratta oltretutto di seguire la tratta del treno, e si evince quando vanno in salita e quando in discesa, quando il motore è più in sofferenza, quindi, e quando lo è meno».

DAVIDE VIALE E ALSTOM IN ITALIA

Supervisione totale. Anche delle vibrazioni

Per fare questo supervisionano i parametri motoristici, anche tramite sensori esterni appositamente installati: carichi, potenze, coppia, pressioni e temperature, anche sensori di vibrazioni. Tutto questo nella direzione ormai imperativa della manutenzione predittiva: si evincono le frequenze di manutenzione, sicuramente intensificate, in ragione dello specifico ciclo di lavoro dell’applicazione ferroviaria, ma gli interventi risultano di minore entità e quindi meno costosi. Si contribuisce oltretutto a esorcizzare lo spettro del fermo macchina.

Come si è strutturata Veil per affrontare ‘l’età adulta’ di una ex start-up?

Attualmente due ingegneri mi affiancano nella ricerca e sviluppo. Uno si occupa della parte termoelettrica, l’altro quella E-Boost e sviluppa gli algoritmi. Un addetto alle vendite si occupa del mercato italiano e di quello tedesco. Per la parte Teg  ci stiamo dedicando ad applicazioni di cogenerazione con Teg integrato. Vogliamo offrire la possibilità di acquistare un pacchetto integrato, anziché doverlo comprare come retrofit. L’efficienza elettrica è maggiore di circa il due percento.

Veil Energy MainTrain

L’intervista completa è disponibile sul numero di DIESEL Maggio, che è in uscita e sarà disponibile anche in versione sfogliabile.

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