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Al Versilia Yachting è andata in scena la prova di forza di Nautica Italiana, che ha proiettato il distretto di Viareggio sotto le luci dei riflettori. Dall’11 al 14 maggio le darsene hanno esaltato la vocazione cantieristica della città rivierasca, ricordando all’opinione pubblica che questo è il territorio dei maestri d’ascia e della filiera diportistica, prima che del celeberrimo carnevale.  

Versilia Yachting e i 72 yacht

“Voulez-vous, un rendez-vous, tomorrow?”, cantava Amanda Lear. Nautica Italiana, in collaborazione con Fiera Milano e il Distretto tecnologico per la Nautica e la Portualità Toscana, ha dato voce e corpo a questa domanda. È stata improvvisa e magica come un ‘abracadabra’ la prima a Viareggio, partita in sordina, senza campagne propagandistiche al megafono e rivelatasi una scommessa vinta. Non ostante qualche ingenuità nella carovana organizzativa, 72 yacht hanno gettato l’ancora all’ombra del distretto viareggino e della mole imponente dei cantieri Benetti e Perini.

Avvistato addirittura un 55 metri, l’Atlante di Crn Yachts, gruppo Ferretti, l’altro agit-prop e protagonista assoluto della kermesse insieme ad Azimut-Benetti.

Della partita anche San Lorenzo Yachts, che completa la triade dei titani della cantieristica italiana e mondiale, pur battendo bandiera Ucina.

Effervescente. Questa è stata l’aria che si respirava sui moli e sotto i gazebo, dove si fantasticava la possibilità di replicare l’economia di scala di Cannes.

E per quanto riguarda i motori?

Versilia Yachting e i motori

La filiera dei motori endotermici non si è lasciata sfuggire l’occasione e si è parzialmente ricompattata. In ordine alfabetico, Cgt ha sfoderato due puledri della scuderia Caterpillar. Il C7.1 si è mostrato in tandem con il piede poppiero Konrad, a due eliche. Il C12.9 di derivazione Cursor ha implementato la mappatura softwaristica e fatto vedere i muscoli, che in questa sede significa 1.000 cavalli e doppio stadio. Tra gli altri, il 13 litri ha trovato cittadinanza nella sala macchine del Pershing 5X e sulle sponde turche di Sirena Marine.

Fpt Industrial si legge Naval Motor Botti, che ha portato sotto il gazebo l’N600, taratura massima a 294 chilowatt e 3.000 giri.

Anche Isotta Fraschini era della partita. Il motore esposto, L 1306 Ts, era di complemento al totem, il cartellone che per la prima volta ha esposto senza falsi pudori l’ambizioso progetto di Isotta Fraschini e Fincantieri SI: l’Energy box, di cui ci parlò in anteprima il Ceo Claudio Andrea Gemme. La ricetta è quella dell’ottimizzazione dei carichi di lavoro, profilando il carico in base alla curva di rendimento. All’interno di questo sistema parallelo l’elettrico lavora a bassi regimi, erogando energia quando la palla passa al diesel. I due generatori convenzionali lasciano il posto a un gruppo di potenza di dimensioni ridotte, a favore del pacco batterie.

Rama Marine presentava uno stand senza motori, dove la parte del leone spetta agli stabilizzatori Dyna-Foil, lanciati a febbraio a Miami, e ai trattamenti allo scarico Xeanos. Il marchio, operativo da marzo, fornisce una triplice versione di post-trattamento: dual, solo dpf (sia elettrico che con iniezione di gasolio) o solo scr.

Ranieri Tonissi ha allestito un banco di primizie. I due rappresentanti erano i top di gamma della serie silver, i John Deere marinizzati Nanni, e il V12-1900 di Man, capace di 1.397 chilowatt.

Volvo era coadiuvata dal Volvo Penta Center Federigi Giancarlo, distributore in Toscana e Umbria, collocato in un’invidiabile e strategica posizione, proprio davanti alla marina di Viareggio.  Biglietto da visita l’Ips e il D13-900, che accoppiati equipaggiano l’Amer 100 in versione quartetto d’archi. Secondo Massimiliano Federigi, il Ceo del Volvo Penta Center: «Viareggio rappresenta una location prestigiosa, ideale per il diporto. Potrebbe competere con i saloni di Cannes e Barcellona».

Dagli ambienti Volvo trapela anche un futuro prossimo gravido di novità. Al momento non ci è dato sapere di più.

Viareggio Yachting e  la generazione a bordo

A promuovere le istanze dei gruppi di bordo c’erano Mase, che ha portato l’I.s.2.6.B e il Mariner 46SM, e Volpi Tecno Energia, con il best seller Paguro 46Y, motorizzato dal mono Yanmar L70N. Esposti anche il Paguro 3000, con lo scambiatore argentato marchiato Lombardini che risalta sul fondo nero Kohler del 702, e il Paguro 1400 da 11 kW.

Tra le dichiarazioni ufficiali riportiamo uno stralcio di quanto detto da Vincenzo Poerio, Presidente del Distretto della Nautica e della Portualità toscana: “La crescita è tangibile: il mercato degli yacht sopra i 50 metri ha registrato un incremento del 6 per cento nell’anno passato. Su circa 400 imbarcazioni, circa 100 sono state costruite da cantieri che hanno sede a Viareggio: vale a dire il 25 per cento del totale mondiale».

Un concetto ribadito da Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana: «Il fatturato nella nostra regione, con i suoi 1,5 miliardi di euro, rappresenta il 45 per cento di quello italiano del settore. Un quarto dei megayacht che solcano i mari del mondo sono prodotti in Versilia».

E se NavigaMi e Versilia Yachting non si trasformassero nelle ferite sanguinanti di una guerra fratricida e fossero invece il trampolino per una riappacificazione della filiera nautica italiana?

Ne capiremo forse di più a Genova, dal 21 al 26 settembre, al 57° Salone nautico.

 

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