WM è un gruppo di due aziende che si trova a Prato all’Isarco, in provincia di Bolzano: WM Ice Technics produce dal 1986 macchine rasaghiaccio per campi da hockey e piste di pattinaggio, mentre WM Agri Technics è nata pochi anni fa da un’esigenza concreta, quella di attrezzare gli stretti terrazzamenti dei vigneti che prima, a causa dei filari stretti e delle pergole basse, consentivano solo un intervento manuale. Nel 2006 Willy Mulser sviluppa un apparecchio semovente adatto a questi ambienti, dapprima come supporto ai polverizzatori, poi in grado di accogliere attrezzi più complessi: nasce così, in collaborazione con l’università di Bolzano, che diventerà successivamente il primo Vitrac, dal 2015 prodotto in serie. Ne abbiamo parlato con Markus Kofler.

La scelta all’epoca cadde su un motore diesel ex Lombardini, l’attuale Kohler Kdw 1404. Dopo l’introduzione sul mercato del nord Italia, austriaco e svizzero, è emersa la richiesta di una maggiore potenza e coppia, e qui è nato Viroc, in un momento che presentava il problema dell’introduzione dello Stage V, che avrebbe inevitabilmente alzato il baricentro della macchina. Il 2504 di Kohler era troppo ingombrante, quindi WM ha scelto Hatz e in particolare il motore compatto 4H50Ticd da 75 cv (55kW), naturalmente modificato per le esigenze della macchina (è il trattore con il miglior rapporto peso/potenza al mondo, pesando solo 1270 kg). «Per quanto riguarda il rendimento» osserva Kofler «oggi i clienti non vogliono sapere quanti cavalli ha la macchina o se è Stage V, ma quanti metri quadri possono essere lavorati con un litro di diesel, l’attenzione si è spostata molto sul Tco».

Per le rasaghiaccio, oggi la richiesta è in gran parte per i motori elettrici, un settore in cui WM opera già dal 2004. Il diesel viene ancora venduto nei mercati dell’est Europa, dove i campi da hockey sono molto grandi e all’aperto, e anche lì si è scelto di adottare Hatz, con il vantaggio di non dover usare l’urea sotto i 55 kW. Per la rasaghiaccio anni fa WM ha sperimentato l’ibrido, ma c’è un problema di costi e di manutenzione. «Le nostre macchine funzionano anche con batterie al piombo, che però richiedono più manutenzione, a differenza di quelle al litio. Il motore è trifase come quello di un muletto, ma possono essercene fino a sette su una macchina, a seconda della funzione. Abbiamo prodotto più di 2000 macchine elettriche, non è un ambiente sconosciuto per noi. La tecnologia l’abbiamo, ma è la mentalità di chi è abituato a usare il termico che fa fatica ad adattarsi».

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